Euroansa Storie – La più grande soddisfazione è vedere crescere i nostri giovani collaboratori
Sono Andrea Alì, team manager di Roma 1, il primo ufficio nato nella Capitale. Sono in Euroansa dal 2013 e sono il primo “straniero”, al di fuori della Toscana, a essere presente in azienda.
Oggi Euroansa Roma 1 ha uno staff di 40 collaboratori. L’inizio del percorso è stato veramente difficile, essendo allora l’azienda composta da 50-60 collaboratori in totale ed avendo un peso nelle banche non paragonabile a quello di oggi.
Grazie ad un’attività capillare e tanto dispendio di energie e tempo, abbiamo costruito un percorso di trasparenza e correttezza che differenziano oggi Euroansa nel mercato attuale, specie nelle grandi città come Roma.
Siamo sempre rimasti puliti e disponibili. Abbiamo fatto capire che all’interno del mestiere del mediatore erano presenti valori veramente importanti. Non eravamo i “passacarte”, come venivamo visti negli anni precedenti.
Abbiamo instaurato rapporti consolidati nelle banche, aumentando i numeri di fatturato ed erogato negli anni, andando a prendere una fetta di mercato sempre più grande.
Io sono entrato in una famiglia e ho rapporti totalmente di fiducia e di amicizia con i soci e con tutti i collaboratori più anziani che ci sono in Euroansa.
Ricordo che andavo a fare le consulenze insieme a Mario Monzo, che oggi è direttore generale. Ho aggiunto collaboratori anno dopo anno, fino all’intervento di Maurizio Paolinelli, personaggio importantissimo per noi.
Io già ero presente in un’altra rete che ad oggi è ancora una delle più importanti in Italia. Mi sono ritrovato a fare il colloquio Mario e ho firmato il contratto di collaborazione il giorno stesso. E’ stato amore a prima vista.
Ci siamo trovati entrambi immediatamente d’accordo su quello che dovevamo fare e, comunque, personalmente sono un amante delle grandi sfide. Ogni tanto scherzo sul fatto di vendere la rete, rifarla da capo, perché il viaggio più bello è stato quello per arrivare fino ad ora, col coronamento delle stock grant, un grande regalo che ci ha fatto la società.
La maggior parte dei collaboratori storici sono ancora con me. Ci sono state un po’ di uscite nel tempo per diversi motivi, sia lavorativi che strettamente personali. Poi c’è stato un boom importante tramite il passaparola dei collaboratori che hanno portato a loro volta altri collaboratori.
Abbiamo accolto nuove leve, giovani, neofiti, persino molti figli di clienti. Noi i ragazzi in gamba li prendiamo e li formiamo da zero.
Sono devoto a questo lavoro. A 26 anni avevo un contratto a tempo indeterminato con una multinazionale americana. Buono stipendio, con tredicesima e quattordicesima. Avevo già un mutuo acceso, una figlia in arrivo. Oggi sto aspettando la terza, dopo 17 anni. Ho fatto un salto nel buio e mi sono innamorato subito di questo lavoro.
Il consulente creditizio è un lavoro in cui hai libertà di tempo e dove più fai più guadagni. Devi essere felice che i ragazzi che hai in squadra facciano un percorso importante e diventino loro stessi importanti. La soddisfazione più grande è avere un ufficio grande lavora tanto, anche perché crescere risorse interne fa sì che esse vengano instradate anche a livello di educazione finanziaria, mentre altre vengono incentivate a completare il proprio percorso di laurea mentre lavorano.
Ci premuriamo che aprano un fondo pensione ancora da giovani, costruendo per loro un futuro anche da un punto di vista economico. Gli insegniamo a fare riserva e gestirsi nel tempo. Potrebbero arrivare a 30 anni con risparmi da parte, una casa di proprietà ed un futuro delineato.
Il mio sogno è vedere crescere tutti i collaboratori che ho. Li voglio vedere realizzati, un po’ come succede con i propri figli. Vorrei addirittura che il gruppo avesse un proprio peso per un istituto bancario, così da essere ascoltato per forza. Un gruppo talmente grande, in una società talmente grande, che basta pronunciarne solo il nome.