Banca vs Azienda…un rapporto degno di “Non ci resta che piangere”

Banche e Imprenditori

“Chi siete? Da dove venite? Cosa portate? Dove andate? Un fiorino!”

Esiste forse qualcuno che non ricordi questa battuta, tratta dalla celeberrima scena del film “Non ci resta che piangere”? Abbiamo riso tanto e personalmente continuo a farlo anche oggi dopo averla vista almeno venti volte.

Ma cosa c’entra questa scenetta con il mondo delle banche e delle aziende?

C’entra moltissimo, visto che si adatta alla perfezione ai rapporti tra le due compagini.

Riflettiamoci un attimo. Le domande potrebbero interpretarsi così:

  • CHI SIETE?” è la necessità della banca (o altro interlocutore) di capire chi sia l’imprenditore, chi sia la società, chi siano i soci.
  • DA DOVE VENITE?” è la necessità di capire la storia dell’azienda e dei soci, in che settore operi, quali siano stati i suoi dati di bilancio passati, l’andamentale dell’azienda, ecc.
  • COSA PORTATE?” si riferisce a tutto ciò che riguarda l’analisi qualitativa dell’azienda, a chi si rivolga, perché il proprio prodotto/servizio sia unico, chi siano gli attuali o i potenziali clienti, quale sia il mercato di riferimento, chi siano i concorrenti, ecc.
  • DOVE ANDATE?” coincide con la capacità dell’azienda di rappresentare alla banca la propria generazione di valore futura. Far capire che il progetto è valido, far capire che ci saranno flussi di cassa, far capire che investire in quella azienda è conveniente, far capire che essa sia in grado di sostenere gli impegni presi, ecc.
  • UN FIORINO?” potrebbe rappresentare il costo del rischio. Se si è bravi a far percepire alla banca un rischio basso, allora ne scaturiranno buone condizioni.

Ora, di fronte a queste domande, quanti nuovi o vecchi imprenditori sarebbero in grado di rispondere?

Qualunque mediatore del credito con una buona esperienza conosce bene la risposta e non è certo rassicurante. Tuttavia ogni imprenditore dovrebbe riflettere molto bene su tali quesiti perché sono gli stessi che verranno posti da una banca andando a negoziare con loro.

  • La banca è un’impresa, non è obbligata ad erogare denaro a tutti e, se decide di farlo, è lecito che chieda non solo una stima degli utili dell’azienda ma abbia ben chiaro tre cose:
    come verranno utilizzati i soldi
  • se (e come) verranno restituiti
  • in quanto tempo avverrà tutto ciò

Che fare, dunque? Oggi un imprenditore che vuole far crescere la sua azienda o realizzare un progetto deve necessariamente:

  • Essere molto preparato sulla propria azienda e sul proprio progetto aziendale: non è più possibile delegare queste attività al commercialista o al consulente di turno.
  • Parlare di ricavi: se in banca non si parla di flussi di cassa e redditività, è meglio evitare di andarci, in quanto la propria azienda avrebbe la parvenza di una bomba a orologeria.
  • Saper leggere ed analizzare i propri dati di bilancio con gli occhi della banca. Non è più giustificabile che un imprenditore non conosca i dati dei suoi bilanci, come la redditività – attuale e prospettica – della sua azienda, l’andamentale del portafoglio clienti, la differenza tra costi fissi e variabili e via dicendo.
  • Evitare di rivolgersi in banca solo nel momento del bisogno, sia esso il 30 del mese o a seguito della revoca del fido di cassa con cui molto probabilmente vengono pagate le attrezzature e le fatture ai fornitori.

…e l’elenco potrebbe continuare. L’unica verità è che se un imprenditore continua a non saper fare queste cose, il problema è molto, molto serio.

Autore: Alfonso Paura

Consulente creditizio – Educatore finanziario

Biografia dell’autore

Alfonso Paura

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