Debiti fiscali: quanto pesano sulla valutazione d’impresa?

Debiti fiscali

Nell’attività di consulenza, capita frequentemente che un cliente esponga perplessità per lui incomprensibili ma che un professionista vede come occasioni per colmare pericolose lacune.

Un esempio recente è quello di un cliente che chiese come mai, recatosi in banca per chiedere un finanziamento, tra i tanti documenti richiesti vi fossero anche gli estratti conto dell’ultimo anno. “È normale? Perché dovrebbero visionare il conto corrente della banca che voglio chiudere?”, concluse.

Tale richiesta da parte della banca non solo è legittima, ma ha anche un fine ben preciso.

“Sa dirmi che peso hanno i debiti fiscali con la valutazione di un’azienda da parte di una banca?”, fu la contro domanda che ricevette.

Un quesito apparentemente banale ma che in realtà è attinente alla questione. Oggi più che mai le banche sono molto attente a controllare anche la situazione fiscale di un’azienda.

Ciò perché la banca ha un grande interesse in merito. Spesso quando un’azienda è in crisi di liquidità tende a non pagare alcuni “fornitori”, tra i quali figura anche lo Stato. A dirla tutta, nella lista, questi è uno dei primi ad essere messo in standby, con una ragione ben precisa: non pagare le tasse vuol dire farsi finanziare dallo Stato.

Lo Stato non è come tutti gli altri soggetti che finanziano l’azienda. Infatti:
• non telefona mai per ricordare che non è stato ancora pagato
• permette all’impresa “il ravvedimento” entro un certo periodo
• si accorge dei mancati versamenti dopo un certo tempo, non certo dopo un mese
• concede la possibilità di rateizzare quanto dovuto

Oggi le banche sono ormai consapevoli di questa “prassi” ed hanno conseguentemente acceso i fari su tali verifiche prima di decidere se assumersi il rischio di finanziare o meno un’azienda.

La ragione per cui al cliente in oggetto sono stati richiesti gli estratti conto (ufficiali, si badi bene) dell’ultimo anno permette alla banca di leggere i segnali di allerta, quali:
• assenza di addebiti di modelli F24
• assenza di pagamenti rateali di cartelle

Oltre a questi segnali, se la banca legge nei bilanci che i debiti fiscali sono aumentati, allora il quadro è ancora più chiaro. A questo punto la banca come si comporterà? Semplice, tenderà a rivedere il rating dell’azienda e, percependo un rischio più alto, plausibilmente la pratica non andrà a buon fine o, nel migliore dei casi, verranno applicate condizioni più restrittive.

Questa non è che l’ennesima dimostrazione che la regola del “meno dico, meglio è” con la banca non funziona. La trasparenza premia sempre.

Autore: Alfonso Paura

Consulente creditizio – Educatore finanziario

Biografia dell’autore

Alfonso Paura

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