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Euroansa Storie – Euroansa mi ha ridato le speranze e le aspettative che avevo da bambina

Il mio percorso in Euroansa è iniziato un anno e mezzo fa.

Uscivo da un periodo della mia vita non troppo bello, dunque iniziare a lavorare in Euroansa mi ha ridato un po’ quelle speranze e alimentato quelle aspettative su me stessa che avevo quando ero bambina. Ho iniziato a lavorare come stagista all’interno del reparto CRM e controllo anti-frode. Poi nei sei mesi di stage iniziali ho avuto il piacere di iniziare a fare una formazione con Dalida in merito alla gestione ed al controllo della rete. 

Ciò mi ha portato a poter utilizzare nuovi strumenti come la intranet aziendale, nella quale oggi carico personalmente tutti i documenti, o a dare supporto alle colleghe della direzione sulle comunicazioni e su varie problematiche che possano crearsi.

Ci sono stati diversi ambiti in cui ho ricevuto formazione. Lo stage di sei mesi è stato davvero formativo, non certo uno di quelli passati a non fare nulla. Ho spaziato tra vari ambiti, ho imparato molto e, cosa da non sottovalutare, stando all’interno di questo ufficio ho imparato anche ad aprirmi un po’ di più con le persone, capendo quanto siano davvero importanti i rapporti umani.

Il primo giorno sono arrivata con mezz’ora di anticipo perché avevo un’ansia tremenda. Metà del personale era in smart working perché eravamo in pieno periodo COVID, ma Rachele mi ha subito accolta e la formazione è partita subito, concentrandosi sul controllo delle pratiche del CRM, un’esperienza che si è prolungata per qualche mese. 

Mi sono trovata subito molto bene e sono stata contenta di poter conoscere via via sempre più persone all’interno dell’ufficio, rientranti di volta in volta dallo smart working. Dopo un anno e mezzo ho un contratto a tempo indeterminato e la cosa non può che rendermi felice.

Mi sono resa conto che lavorare è impegnativo, non è una cosa da poco. Come dice Elisa, bisogna rimboccarsi le maniche, perché siamo sempre al 70% e dobbiamo sempre cercare di fare un passo in più. 

All’inizio della mia carriera non sapevo se ciò che facessi fosse davvero buono o se gli altri me lo dicessero giusto perché dovessero farlo.

Oggi mi sto rendendo conto che era davvero un buon lavoro ed erano sinceri con me. E, se penso al futuro, ho grandi aspettative in merito. Ma non le dico, per scaramanzia!