Euroansa Storie - Come è possibile limitare gli effetti dell’inflazione sui risparmi?

Euroansa Storie – Come è possibile limitare gli effetti dell’inflazione sui risparmi?

Le cose cambiano a una velocità incredibile e lo sappiamo bene. Ci siamo ritrovati catapultati da un periodo molto lungo caratterizzato da tassi di interesse molto bassi, ad uno dove l’inflazione è ripartita in maniera molto forte, a causa anche del costo dell’energia sempre più caro.

I costi aumentati nella filiera dell’energia sono stati ribaltati da molte aziende sul consumatore, aumentando quindi l’inflazione in maniera significativa. Ma quali sono i rischi di una situazione come questa?

C’è da fare intanto una premessa importante: l’Italia è un paese in cui si stimano 5 trilioni di risparmi. Una cifra spropositata, basti immaginare che il debito italiano è di “appena” 2 trilioni.

Le famiglie private italiane sono molto più ricche di quanto si pensi, specie dopo il periodo COVID. Prima di esso, infatti, la gente aveva già una determinata propensione al risparmio ma dalla primavera del 2020 essa è aumentata enormemente, per cui gli italiani hanno risparmiato – e continuano a risparmiare – tantissimo.

Vi è tuttavia una problematica: non siamo più abituati a capire gli effetti dell’inflazione sul risparmio, che per inciso sono molto, molto importanti. Oggi le persone devono imparare a investire, perché nel momento in cui l’inflazione aumenta, il risparmio si erode non poco.

Perché gli italiani non sono investitori? Perché nessuno insegna ad investire.

Questo è un problema sistematico, che coinvolge gli imprenditori stessi. Oggi sul mercato emergono degli esempi eclatanti in merito. Per esempio Unicredit anni fa ha venduto Pioneer, acquistata da Crédit Agricole, da Amundi, dunque dai francesi.

I francesi hanno la caratteristica di essere molto più investitori degli italiani e questo è un danno effettivo per l’Italia. Oggi, ad esempio, si parla dell’aumento di capitale per Monte dei Paschi di Siena, un’importante banca sistemica per il nostro paese, nonché quella con più storia.

Avrà sicuramente un piano industriale che sta dando degli effetti sicuramente positivi e ci saranno tante persone che proprio da piano industriale usciranno da Monte dei Paschi. Si parla infatti di circa 3500 esuberi.

Monte dei Paschi è una banca che, com’è noto, è stata per così dire “rimessa un po’ a posto”, ma pur avendo un valore molto basso, 250 milioni di capitalizzazione in Borsa, oggi trova difficoltà anche a sottoscrivere l’aumento di capitale, anche se poi andrà a buon fine.

Pochi investitori decidono di investire in esso e considero tutto ciò una miopia del nostro popolo. L’italiano medio non è stato educato ad investire nelle proprie aziende, nelle aziende che sono sistemiche.

D’altro canto, in Italia abbiamo una grossa propensione ad investire negli immobili. Oggi quello immobiliare è l’investimento primario degli italiani. Quindi il mercato, al di là dell’aumento dell’inflazione, non subirà un impatto negativo con un numero inferiore di compravendite, proprio perché l’acquisto di immobili è visto come unico modo di proteggere il patrimonio.

È anche per questo che oggi il compito del consulente del credito è fare in modo che le persone comprino casa ad un tasso che è molto più basso di quello dell’inflazione nonostante i recenti rialzi (leggi anche: “L’aumento dei tassi sui mutui pesa: di quanto aumenteranno le rate?”).

Una consulenza fatta dal mediatore creditizio e dall’agente immobiliare, che va nella logica dell’investimento, è dunque una consulenza giusta. Così facendo, si tutela davvero il proprio patrimonio e non si erodono i propri risparmi.