Euroansa Storie – Crisi del 2008 vs Crisi Covid. La diversa reazione del mercato immobiliare

Si prevede che il mercato immobiliare del 2021 verrà ricordato le circa 615 mila compravendite, un dato oggettivamente molto significativo, quasi ai suoi massimi di sempre.

Se si guardano i dati, nel momento in cui è scoppiata la pandemia ad inizio 2020, tutte le più grandi società di previsioni pensavano che il mercato stornasse tantissimo, al punto da arrivare alle 415 mila compravendite toccate a suo tempo con le crisi dei mutui subprime.

Sono state tante le società che fanno questo lavoro, una su tutte Nomisma, che hanno fornito dati davvero catastrofici, sia per quanto riguarda l’immobiliare, sia per quanto riguarda l’industria e il commercio più in generale.

Perché allora il mercato ha reso molto meglio delle aspettative, soprattutto per quanto riguarda il mondo immobiliare, al punto tale da generare una visione del futuro indubbiamente molto positiva?

La ragione è molto semplice, più di quanto si possa pensare. La crisi del 2008, poi esplosa in maniera catastrofica tra il 2012 ed il 2014 e che noi mediatori abbiamo vissuto sulla nostra pelle, da una parte è servita alle aziende per strutturarsi e per crescere, mentre dall’altra parte ha messo in seria difficoltà tantissimi settori.

Ciò perché la crisi del 2008 è stata una crisi di credito, legata come noto ai mutui subprime, a causa dei quali le banche hanno smesso di dare soldi perché non avevano i requisiti patrimoniali giusti.

Vi era una restrizione da parte della Banca Centrale Europea e della Federal Reserve nel dare liquidità al sistema, per cui ad un tratto le banche si sono trovate senza denaro, con patrimoni bassi. Da qui la decisione di non dare più credito, prima le aziende, poi anche ai privati. È stata quella la vera crisi, sentita distintamente sulla pelle di tutto il sistema

Quella legata al Covid non è stata una crisi di credito come la suddetta ed è questa la ragione per cui il mercato ha risposto bene.

Il settore della mediazione creditizia è definibile per certi versi fortunato perché ad oggi i mutui vengono erogati dalle banche e la stessa politica espansiva della BCE ha fatto sì che il mercato non solo non sia in sofferenza ma sia addirittura ripartito alla grande, con finanziamenti concessi anche ad aziende più piccole. Le aziende più grandi dal canto loro hanno reso il sistema più stabile e si prevedono prospettive di crescita almeno per i prossimi 12/24 mesi.

Del resto il mondo non si ferma, crisi o non crisi, dunque al momento di un’accelerata del sistema, come sta avvenendo oggi col PIL in grande crescita, è possibile pensare ad un futuro roseo, da cavalcare appieno.

È per questo che noi di Euroansa vediamo in questo futuro una grande opportunità di crescita ulteriore.

Per far ciò è davvero fondamentale che un Paese abbia un sistema bancario in grado di funzionare bene, al di là della crisi derivante dal COVID e del fatto che si tratti di una crisi non strutturale ma contingente.

Questo perché un sistema bancario funzionante fa sì che le aziende resistano ed è dunque importante che le banche tornino agli utili, essendo il perno dell’economia soprattutto in Italia.

In altri Paesi l’economia reale si muove anche sulla base per esempio delle quotazioni in Borsa, di un accesso al mercato fatto in maniera diversa, cosa che non bisogna escludere accadrà anche nei prossimi anni in Italia, con forme di recepimento di credito da parte delle aziende anche diverse da quelle del sistema bancario attuale, prendendo dunque i soldi dal mercato, anche perché oggi – in un mercato pieno di liquidità – c’è anche una forte richiesta di rendimenti.

Io non sono solito fare questo tipo d’interventi, perché non mi piace fare il veggente che legge il futuro. A me piace leggere il presente ed i dati reali. Questi dicono che i tassi non sono mai stati così bassi ed in un mercato da 615 mila compravendite i prezzi degli immobili sono ancora molto bassi. Da qui la forte convinzione che chi compra casa oggi fa un grande affare.