Euroansa Storie – L’innovazione delle FinTech

In Italia tutti i giorni nascono società di FinTech (da financial technology o, in italiano, tecnofinanza) e sono sempre di più quelle che investono in questo settore per una semplice ragione: nel mondo non c’è mai stata così tanta liquidità come oggi e a ciò si aggiunge che i tassi continuano ad essere bassi.

Oggi investire in un settore ha un grado di rischio abbastanza alto perché è difficile trovare rendimenti significativi, per cui i grandi fondi di investimento e anche le grandi banche hanno molto denaro ma non riescano a trovare forme di investimento interessanti.

Uno dei presidi più forti del sistema bancario era il fatto di dare credito. Soprattutto in Italia le banche detenevano il monopolio e non a caso la liberalizzazione del sistema credito nel nostro Paese è stata molto lenta, complice un sistema molto corporativo.

In un momento di tassi e rendimenti così bassi, come possono muoversi le società di investimento per far sì che i soldi possano rendere? La strada migliore è stata quella di entrare sul mercato e fare credito in maniera diversa.

Da qui la nascita delle FinTech, società vigilate anche in maniera importante da Banca d’Italia, che sostanzialmente possono fare credito. Esse utilizzano un proprio algoritmo di valutazione della possibilità di dare credito, sia ad aziende che a privati, con possibilità di rendimenti più alti. L’uso di tali algoritmi fa sì che vi siano pochi default delle pratiche.

Ora in Italia tale mondo è ancora in fase di start up, mentre in paesi come l’Inghilterra si parla ormai di miliardi di erogato. Il sistema ne può beneficiare perché è vero che i tassi di prestito sono più alti ma è altrettanto vero che si crea nel mercato un incentivo alla competizione in generale anche da parte del sistema bancario, finalizzato a fornire al consumatore un servizio sempre più importante.

Le aziende hanno la possibilità di avere un accesso al credito non tradizionale, nel senso che in Italia nel 90% dei casi il credito è sempre stato storicamente fornito dalle Banche (altrove è il 40-50%), il che sottolinea il passaggio epocale che sta vivendo il settore.

Ma se la direzione continuerà ad essere quella in cui il mercato avrà una parte preponderante anche dell’accesso al credito per le aziende e per le famiglie, questo logicamente potrà incidere sui bilanci delle banche, motivo per il quale alcune di esse si stanno organizzando, costituendo anch’esse le loro FinTech.