Euroansa Storie – L’ importanza di un forte legame professionale e umano con il Cliente

Una parte molto importante del lavoro di mediazione creditizia è l’empatia. Un consulente esperto può definirsi cresciuto professionalmente negli anni, pratica dopo pratica, ma in realtà la crescita è prima di tutto umana.

Riuscire a creare un contatto col cliente permette di capire veramente quali siano le sue esigenze, così da cercare di soddisfarle nella miglior maniera. C’è chi, come Oliva Bernacchi, descrive il proprio lavoro come un momento in cui è come se il cervello si scollegasse dalla quotidianità per concentrarsi sulla persona e assorbirne problematiche, desideri e aspettative come fossero una cosa propria.

Tale approccio non nasce dall’oggi al domani. Chi lavora in Euroansa sin dal principio descrive le fasi embrionali di questa tipologia di consulenza come un viaggio completamente sconosciuto. Euroansa è stata praticamente la prima a trattare tale ambito in Toscana, dunque non vi erano punti di riferimento a supporto delle attività. Nessuno sapeva quanto realmente tale mestiere arrivasse a toccare così tanti aspetti diversi delle persone coinvolte.

Come racconta Andrea Gargini, oggi chi decide di fare il mediatore creditizio ha una società come Euroansa come punto di riferimento, grazie alla struttura creata negli anni ed agli strumenti che essa oggi fornisce ai propri collaboratori. Basti pensare alle convenzioni bancarie, che inizialmente nemmeno esistevano.

Serve tanto impegno, tanto entusiasmo, però alla fine si viene ripagati dai legami importanti che si creano nel gruppo. Non a caso Euroansa si contraddistingue perché chi lavora al suo interno parla di “azienda familiare”, credendo fermamente che stare bene all’interno di un ambiente di lavoro è determinante per lavorare altrettanto bene.

Un comportamento ed un atteggiamento positivo consentono di stringere rapporti di fiducia e donano stabilità. Di fatto è lo stesso che deve fare un mediatore del credito per dare equilibrio, coordinare situazioni e gestire momenti particolarmente complicati della vita delle persone, che dal canto loro hanno bisogno di una guida e di una figura che le sappia sostenere, oltre a trattare una pratica nel modo più professionale possibile.

Essere un mediatore creditizio fa crescere tanto perché il professionista è ancor prima una persona e, nello specifico, diventa la persona di riferimento di una famiglia in un momento storico della vita importantissimo come quello dell’acquisto della propria casa.

Bisogna rendersi conto che anche andare in banca a chiedere un mutuo da solo è molto più difficile rispetto a rivolgersi ad un professionista che faccia da tramite. Gestire una pratica così personale fa evolvere il rapporto mediatore creditizio/cliente, con lo sviluppo di legami umani, al di là di quelli professionali.

Tutto questo percorso di crescita passa ovviamente anche da un aspetto divulgativo di una professione che ancora oggi non va dato per scontato. Parlando della propria professione in contesti non lavorativi, fosse anche dal parrucchiere o dall’estetista, è possibile che si passi da un consiglio che viene quasi sempre richiesto alla gestione di una nuova pratica. Raccontare del proprio lavoro è un passo determinante, anche perché il dialogo rende più consapevoli delle necessità.

Inoltre così facendo è come se si creassero delle mini reti commerciali, visto che vi sarà sempre chi consiglierà lo stesso professionista a cui si è rivolto in prima persona ad altri potenziali clienti, vuoi perché si è raggiunto l’obiettivo, dunque vi è soddisfazione, vuoi perché si è stabilito un rapporto di fiducia. Alcune chiamate arrivano pure dopo dieci anni, dunque lavorando bene nei clienti resta sempre qualcosa dentro.