Euroansa Storie – L’importanza di spezzare le cattive abitudini post pandemia

Michel de Montaigne, celebre filosofo francese, un giorno raccontò la storia di una contadina che vide nascere un piccolo vitellino nella sua stalla. La prima sera, intenerita, lo prese in braccio e lo cullò. Così anche la seconda e la terza sera, continuando a farlo anche quando il vitellino era ormai diventato un bue bello grosso.

Quale insegnamento possiamo trarre da una storia come questa?

Semplice: l’abitudine è una forza incredibile dalla quale può essere molto difficile staccarsi. Contemporaneamente è anche una forza insidiosa, perché spinge le persone a comportarsi sempre allo stesso modo, rendendo automatici comportamenti anche scorretti senza nemmeno rendersene conto.

Il COVID-19 stesso ci ha lasciato delle abitudini particolari, molte delle quali sicuramente non positive. Ad inizio lockdown anche noi abbiamo preso in braccio un vitellino ed abbiamo continuato a tenerlo in braccio per due lunghi anni. Il risultato è che replichiamo di giorno in giorno i nostri comportamenti appresi durante il periodo della pandemia. È stata sicuramente un’esperienza terrificante e la coda di abitudini che oggi si palesa può essere molto pericolosa anche a livello professionale.

Si tende a vivere una vita più isolata e si tende a essere meno creativi. Manca la curiosità, manca anche tutta una serie di cose determinanti per stare bene. Si tende ad una chiusura che non lascia spiragli al cambiamento e che impedisce anche mentalmente di desiderare cose nuove.

Eppure una caratteristica molto importante nel lavoro del mediatore creditizio è quella di uscire, vivere, conoscere persone e gestire le relazioni.

È necessario uno sforzo anche importante: bisogna uscire dalla sfera di comfort, da un mondo che non esiste, fatto di isolamento casalingo, e da una non-vita che porta con sé grosse problematiche che poi inevitabilmente pesano sul lavoro di ognuno di noi.

Il marketing più importante di un’azienda come Euroansa è il marketing relazionale. Non uscire, non andare a cena fuori, non vivere a contatto con determinate persone, non permette di rompere la cattiva abitudine acquisita.

Continuare a isolarsi comporta solo conseguenze negative, tra cui la perdita di un numero considerevole di opportunità, giorno dopo giorno.

Come direbbe Michel de Montaigne, è tempo dunque di mettere a terra il bue e ricominciare ad usarlo per arare la terra. Solo così sarà possibile tornare a raccoglierne i suoi frutti.