Euroansa Storie – Vuoi far crescere un’azienda? Inizia ad ascoltarla.

Una delle caratteristiche più importanti di un imprenditore è quella di saper ascoltare. Ma cosa significa “ascoltare”?

Ascoltare vuol dire leggere all’interno delle cose.

Mario Monzo, uno dei soci Euroansa, racconta spesso di suo padre, dirigente di un’importante azienda che si occupava di verniciatura di colli d’acciaio e che ha realizzato linee di produzione importanti come quelle della Marcegaglia: “Mio padre faceva la differenza perché quando entrava in azienda ascoltava il rumore della macchina della linea che girava capiva se c’era un problema o meno”. 

Una capacità tutt’altro che banale, soprattutto nel gestire un’azienda come Euroansa, con i suoi 750 collaboratori. In un contesto importante come questo bisogna stare attenti ai problemi di tutti e capire in tempo quando una problematica sta per insorgere, così da intervenire per tempo, prima che essa peggiori inesorabilmente. 

Ciò avviene tramite la relazione con più persone possibili, perché ciò porta ad ascoltare il maggior numero di voci, avere più rapporti interpersonali e imparare sempre meglio ad interpretare gli stati d’animo. 

Bisogna capire se le persone sono contente o preoccupate. Oppure cosa ci sia dietro ad un silenzio di 20-25 giorni, intercettando il motivo di tale mancanza di contatto parlando direttamente con il diretto interessato prima che il problema si cronicizzi. 

All’interno di Euroansa tale attività è fondamentale soprattutto con chi ha un ruolo strategico fondamentale per la crescita dell’azienda. Prendiamo il caso di Maurizio Paolinelli. Maurizio è capace di ascoltare e ciò spiega perché le persone parlino volentieri con lui. E’ come se percepissero una tranquillità tale da considerarlo sempre al loro fianco. Maurizio è in grado di percepire un problema in divenire perché vive l’azienda dall’interno ed è ciò che ogni imprenditore dovrebbe imparare a fare. 

Non affrontare subito un problema non lo fa scomparire. Al contrario, lo fa crescere. 

Inoltre non vanno sottovalutati i piani delle persone, perché spesso sono quelli più significativi. Ogni persona ha problematiche personali, di rapporto, di relazione e di considerazione, per cui è fondamentale che ognuno abbia le giuste attenzioni all’interno di un’azienda, partendo sempre dal presupposto che un imprenditore bravo è quello che accetta le critiche che arrivano dalla propria rete. 

Quali sono le critiche che sono più accettate? Quelle che vengono dai collaboratori che lavorano di più e che è giusto pretendano tanto dall’azienda. Chi lavora di più ha più da dire ed è giusto che venga ascoltato maggiormente. 

Capita ad esempio che parlando con un collaboratore o uno stakeholder questi proponga nuove idee. Ascoltare davvero non è mai facile e la tendenza è quella di bocciare novità troppo diverse rispetto a quanto fatto fino ad allora, soprattutto se le cose vanno bene. 

Spesso però ci si rende conto che il provare qualcosa di diverso in tanti casi fa fare la differenza. 

Illuminante in tal senso la biografia di Pietro Barilla. La sua azienda, quando lui ne riprese le redini, era abituata a fare solo pasta. Ciò spiega perché Barilla bocciò più volte l’idea di un suo collaboratore di iniziare a produrre merendine, le stesse che sarebbero diventate quelle del Mulino Bianco, un successo clamoroso che avrebbe surclassato pure le vendite della pasta.

Il collaboratore però non si era sfiduciato di fronte al rifiuto del deus ex machina dell’azienda, insistendo fino al punto di trasmettergli la buona intuizione che aveva avuto.

Sono queste le persone che qualunque imprenditore desidererebbe all’interno della propria azienda e che Euroansa apprezza com’è giusto che sia. Gente in grado di convincere chi ha potere decisionale in merito a qualcosa che considera importante, innovativo, all’avanguardia e che possa fare davvero la differenza. 

Bisogna insistere, far passare lo stesso messaggio senza il quale la Barilla avrebbe la metà dell’importanza che invece ha oggi, a patto – tuttavia – che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare. Perché è anche grazie all’ascolto che un’azienda cresce.