Nella tua azienda si ragiona per cassa o per competenza?

Nella tua azienda si ragiona per cassa o per competenza?

Il confronto quotidiano con i responsabili delle banche ha fatto emergere come non sia raro rifiutare da parte loro le richieste di finanziamento delle aziende. In alcuni casi gli istituti di credito sono stati costretti a ridurre i fidi, in altre addirittura a chiedere il rientro economico alle imprese.

Per molti imprenditori l’ostacolo più grande sembra essere un rating negativo. Ma la verità è un’altra e spesso il problema è dipeso da un errore di valutazione dello stesso imprenditore.

Molti si chiedono come mai venga rifiutato un finanziamento anche se la propria azienda è in utile. La dura verità è che gli istituti bancari tengono conto dell’utile con la consapevolezza che questo è un dato numerico di bilancio e non corrisponde alla reale liquidità dell’azienda.

È vero, in passato era spesso sufficiente presentare un bilancio in utile e una visura camerale, dando un minimo di garanzie, così da avere buonissime possibilità di ottenere credito.

Tuttavia oggi tale logica è obsoleta. Ottenere nuovo credito e il rinnovo dei fidi bancari non sarà così scontato, anzi in molti casi sarà molto difficile.

Sono tante le novità e le modifiche alle norme, bancarie e non, che si sono susseguite in questo ultimo periodo. Basti pensare ad esempio all’entrata in vigore del Nuovo Codice sulla crisi di impresa e alle direttive EBA.

Queste ultime (le LOM), in particolare, chiedono alle imprese di produrre un set informativo che sia sufficiente, accurato ed aggiornato. Allo stesso tempo, chiedono alle Banche di affiancare all’analisi storica dei dati anche e soprattutto l’analisi prospettica.

Per tanti imprenditori sarà un “passaggio culturale” importante e sarà soprattutto una opportunità per migliorare finalmente quel rapporto banca-impresa che fino ad oggi è stato per tanti un dialogo difficile.

Servirà un business plan strutturato che dimostri alla banca non solo il fatto che ci sarà un utile ma che ci saranno flussi di cassa futuri. Che ci sia dunque un piano strategico e concreto affinché l’azienda funzioni a medio/lungo termine nel mercato di riferimento.

Quanto sopra, all’apparenza scontato e banale, non è rappresentato nel 90% dei business plan che vengono presentati tutti i giorni.

In banca è necessario parlare di “tempi di incasso” e “tempi di pagamento”. Ciò ha il vantaggio di mettere la Banca nelle condizioni di diminuire o azzerare la percezione del rischio dell’azienda richiedente.

Il segreto per farlo sta in una sola parola: pianificazione. È bene infatti capire come organizzare la propria azienda nei prossimi anni valutando non solo la crescita in termini numerici, ma capendo come si genereranno i futuri flussi di cassa e come si continuerà a monitorare il rischio, a sua volta ricollegato al cosiddetto rating.

Questo per l’azienda non significa che non sia importante fatturare e generare utili, ma significa pianificare correttamente.

Perché se l’azienda non riesce a coprire il differenziale tra incassi e pagamenti ha sicuramente un grosso problema. È una criticità che, se non gestita correttamente, può causare serie difficoltà.

Il problema è che tanti imprenditori e consulenti sono capaci di portare in banca documenti attestanti le garanzie da rilasciare, ma pochissimi sono capaci di fornire alla banca una rappresentazione dei redditi futuri dell’azienda.

Quindi è assolutamente necessario iniziare velocemente a ragionare non più in termini di reddito (“quanti sono i ricavi e quanti sono i costi”) ma in termini di cassa (“quando incasso e quando pago”).

Nessuna banca finanzia le aziende sulla logica di reddito. L’istituto bancario parteciperà al progetto imprenditoriale finanziando l’azienda quando valuterà l’operazione come opportunità, attraverso una condivisione strategica e una pianificazione chiara.

Autore: Alfonso Paura

Consulente creditizio – Educatore finanziario

Biografia dell’autore

Filippo Filipperi Consulente Mutui

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