Quattro chiacchiere con… Stefano Cecchini
Lo sport e la vita sono due facce della stessa medaglia, scuole parallele e interconnesse in cui si apprendono lezioni fondamentali. Entrambi insegnano l’importanza di affrontare e superare la fatica con dignità, il valore dell’armonia costante e il potere trasformativo di un proposito chiaro e ispiratore.
Stefano Cecchini, classe 1978, è un nome che per molti appassionati di ciclismo non ha bisogno di presentazioni: ciclista amatore affermato, con numerose vittorie e podi che testimoniano talento e dedizione. Stefano si è affermato come uno dei protagonisti del ciclismo amatoriale, distinguendosi per la costante ricerca dell’eccellenza e i risultati conseguiti sul campo.
Tra i traguardi più rilevanti si ricordano la vittoria della Maratona delle Dolomiti nel 2014, le due vittorie consecutive nella Sportful Dolomiti Race nel 2015 e 2016, e la vittoria dell’Ötztaler Radmarathon, considerata la gran fondo più dura d’Europa, nel 2017.
Stefano è anche il fratello di Ansano Cecchini, fondatore e amministratore delegato di Euroansa. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.
Dato il successo di tuo fratello nel mondo finanziario con Euroansa, e il tuo nel ciclismo amatoriale, ci sono valori o principi che condividete e che vi hanno spinto a raggiungere l’eccellenza nei rispettivi campi? In che modo l’ambiente familiare ha influenzato queste vostre aspirazioni?
Io e Ansano abbiamo avuto percorsi paralleli fin da giovani, soprattutto grazie alla nostra comune passione per lo sci. Credo fermamente che le fondamenta del nostro approccio alla vita e all’eccellenza derivino proprio dalle esperienze vissute in montagna, tra ghiacciai e piste da sci.
La nostra famiglia ha avuto un ruolo cruciale nella nostra formazione. La guida e l’esempio dei nostri genitori, e in particolare la forte personalità di nostro padre, ci hanno plasmati profondamente. Non a caso, Ansano ha sviluppato un carattere altrettanto deciso, che lo ha aiutato a raggiungere il successo nel mondo finanziario. L’ambiente familiare ha nutrito le nostre aspirazioni individuali, spingendoci a dare il massimo nei nostri ambiti.
Il ciclismo richiede disciplina, resistenza e una forte mentalità. Ci sono lezioni apprese in sella alla bicicletta che ritieni possano essere applicate anche nel mondo degli affari, magari nella gestione di un’azienda come Euroansa?
Hai colto un punto essenziale: il ciclismo è una scuola di vita. Richiede disciplina, resistenza e una mentalità ferrea. Dalla gestione del peso agli allenamenti costanti, ogni aspetto è un esercizio di dedizione e determinazione. E ci vuole anche una certa dose di “follia” per affrontare certe sfide.
Tutte queste qualità sono perfettamente applicabili al mondo del lavoro e, in particolare, alla realtà di Euroansa. Ansano incarna questa stessa etica: lavorerebbe ventiquattro ore al giorno se potesse. La sua profonda convinzione in ciò che fa è la chiave del successo straordinario dell’azienda.
Anche io, come lui, credo ciecamente in ogni progetto che intraprendo. Se ci poniamo un obiettivo, è estremamente difficile non raggiungerlo. E sebbene oggi l’età avanzi, lo spirito combattivo e la determinazione restano intatti.
Immagina di dover descrivere Euroansa utilizzando una metafora ciclistica. Quale sceglieresti e perché?
Se dovessi descrivere Euroansa con una metafora ciclistica, sceglierei senza esitazioni: “Sempre a menare la danza”. Nel gergo ciclistico significa essere in testa al gruppo, determinando il ritmo della corsa, guidando e influenzando l’andamento della gara. È un modo per dire che non si subisce il ritmo… lo si impone.
Questa immagine rappresenta perfettamente sia Ansano che Euroansa: la sua dedizione e l’impegno costante hanno portato l’azienda a imporsi come leader nel settore della mediazione creditizia. Euroansa non segue il mercato, lo guida, proprio come un ciclista che “mena la danza”, decide l’andatura e segna la differenza.