Salute mentale e difficoltà economiche: un legame da non sottovalutare
Il 10 ottobre di ogni anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica una giornata alla salute mentale. L’edizione 2025 ha come focus il tema dell’accesso ai servizi in contesti di emergenza e catastrofe, ma il tema della salute mentale attraversa in maniera trasversale la nostra società.
Viviamo in un’epoca in cui le difficoltà economiche, l’incertezza sul futuro e la precarietà lavorativa rappresentano emergenze quotidiane che lasciano segni profondi sulla mente. Parlare di salute mentale oggi significa inevitabilmente interrogarsi sul peso che i conti in rosso hanno sulla serenità delle persone e delle famiglie.
Non si può sottovalutare l’impatto che lo stress finanziario ha sulla società odierna, una forma di tensione psicologica che nasce dalla sensazione di non avere il controllo della propria vita economica. La paura di non riuscire a pagare un mutuo, di non coprire le spese ordinarie, di accumulare debiti che diventano barriere insormontabili.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità stima che circa il 6% degli adulti manifesti sintomi depressivi e che la probabilità di soffrirne sia quasi quattro volte più alta tra chi dichiara difficoltà economiche.
Dal canto suo, non è una novità che il disturbo mentale e l’ansia abbiano un impatto economico. È stato addirittura calcolato dall’OMS che l’ansia e la depressione da sole costano all’economia globale circa un trilione di dollari l’anno in produttività persa.
I problemi di denaro sono spesso percepiti come la prima fonte di stress, più ancora del lavoro, della salute o delle relazioni personali. Questo tipo di pressione non si limita a occupare i pensieri, ma ha effetti concreti sul corpo e sulla psiche. Insonnia, cefalee, perdita di appetito, attacchi di panico, ruminazione continua sono i sintomi più comuni.
Il contesto economico degli ultimi anni ha alimentato questa spirale. Dopo un picco dell’inflazione che in Italia ha raggiunto l’8,1% nel 2022, i prezzi hanno rallentato la corsa, ma il potere d’acquisto rimane eroso e le famiglie continuano a percepire insicurezza. Per chi ha prestiti personali o debiti bancari, la sensazione di non riuscire a stare al passo con le rate alimenta frustrazione e ansia. Tutto questo si intreccia con un mercato del lavoro ancora fragile e con livelli di precarietà che la Società Italiana di Psichiatria segnala come uno dei principali fattori di rischio per disturbi mentali.
C’è da considerare poi un altro elemento che rende gli italiani più vulnerabili allo stress economico: la scarsa alfabetizzazione finanziaria. Meno di quattro persone su dieci sanno gestire in modo consapevole un bilancio familiare, valutare la sostenibilità di un finanziamento o distinguere tra investimenti prudenti e rischiosi.
Questa fragilità culturale rende ancora più pesante lo shock di fronte all’aumento dei prezzi o alle spese impreviste. Molte persone prive di strumenti cercano consigli sui social media, esponendosi così a informazioni parziali o poco affidabili.
L’introduzione di programmi di educazione economica all’interno dell’educazione civica nelle scuole, a partire dal 2025 grazie alla legge 21/2024, rappresenta un passo importante, ma serviranno anni perché i suoi effetti diventino tangibili.
In questo scenario, affrontare lo stress finanziario significa agire su più fronti. C’è un livello personale, fatto di consapevolezza delle proprie emozioni e capacità di pianificazione: parlare delle proprie paure invece che tacerle, costruire un piccolo fondo d’emergenza, imparare a distinguere tra ciò che si può controllare e ciò che non dipende da noi.
C’è poi un livello culturale, legato a educazione e diffusione di conoscenze finanziarie di base.
Infine, c’è un livello professionale, legato alla possibilità di rivolgersi a consulenti competenti, capaci non solo di proporre prodotti ma di accompagnare le persone in decisioni complesse, riducendo l’ansia e restituendo un senso di controllo.
Ed è proprio qui che entra in gioco l’approccio di Euroansa, che parte da un principio semplice: «le persone prima di tutto». Significa considerare i clienti non come numeri, ma come individui con storie, fragilità, obiettivi e sogni. Per i privati, questo vuol dire costruire insieme soluzioni sostenibili per mutui, prestiti e assicurazioni, evitando che un debito diventi un peso insopportabile. Per le imprese, significa studiare strategie di finanziamento calibrate sulle reali necessità, con un’attenzione particolare alla trasparenza e alla sostenibilità.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, va ricordato che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di responsabilità verso sé stessi e verso la propria famiglia. Anche la tranquillità economica è parte integrante della salute mentale, perché consente di prendere decisioni più consapevoli. Per questo i consulenti Euroansa offrono percorsi gratuiti di prima valutazione, in cui analizzare la propria situazione senza pressioni, senza giudizi e senza vincoli.
Perché ridurre lo stress finanziario non significa soltanto «fare quadrare i conti», ma costruire le basi per vivere con maggiore serenità.