Benessere aziendale, turnover e quiet quitting in Euroansa
«Home is where the heart is» è un famoso detto anglosassone, traducibile in italiano con «Casa è dove si trova il cuore». Evoca il senso di benessere di una persona quando si trova a proprio agio all’interno di una realtà domestica ma, perché no, anche aziendale.
Cosa si intende per benessere aziendale? Si tratta dell’insieme complessivo di salute, felicità e soddisfazione dei dipendenti all’interno di un’organizzazione. Non riguarda solo l’aspetto fisico, ma anche quello mentale, emotivo e sociale di ciascun lavoratore.
Se un soggetto è sereno in azienda, sarà sereno anche fuori dall’orario lavorativo. Allo stesso tempo, se le persone si sentano apprezzate, coinvolte e supportate, di riflesso aumenta la produttività e l’azienda cresce. Va da sé che il benessere dei dipendenti influenza tutti gli aspetti della vita lavorativa, determinando spesso il successo e l’efficacia a lungo termine di un’organizzazione.
Parallelamente al benessere è opportuno analizzare il concetto di turnover aziendale, un fenomeno che può avere un impatto significativo sulla salute finanziaria e sulla cultura aziendale. Con tale termine si indica la frequenza con cui i dipendenti lasciano un’organizzazione e vengono sostituiti da nuove assunzioni. Se il tasso di turnover è alto, significa che qualcosa non sta funzionando all’interno dell’azienda.
In un recente articolo de Il Sole 24 Ore è stata analizzata la pratica del quiet quitting, vale a dire l’attitudine per cui si fa il minimo indispensabile al lavoro per non essere licenziati, evitando di mostrare alcun tipo di iniziativa rispetto alla propria attività basilare. Secondo recenti statistiche, tratte dall’edizione 2023 del report “State of the Global Workplace” della società di consulenza Gallup, il quiet quitting è una pratica che riguarda il 59% dei dipendenti a livello globale.
Benessere, turnover e quiet quitting sono strettamente connessi e sono in grado di presentare un quadro molto preciso di una qualsiasi realtà aziendale.
In questo senso, le società di mediazione del credito non fanno eccezione: basando la propria rete su rapporti di collaborazione con lavoratori autonomi, è ancora più importante garantire ai consulenti creditizi una realtà aziendale caratterizzata da un ambiente di lavoro positivo, incentrato sulla fiducia, il rispetto e una visione precisa del futuro. Euroansa è attenta in questo senso e garantisce ai collaboratori l’attenzione e la riconoscenza che meritano.
Il “Progetto Benessere” è una delle iniziative dell’ufficio Risorse Umane di Euroansa, che da più di un anno è operativo nel confrontarsi periodicamente con i collaboratori, fornendo il massimo supporto alla rete per eventuali esigenze, sia a livello operativo sia sul piano umano e psicologico.
Nella primavera 2023, Euroansa ha deciso di riproporre un piano incentivante a favore della propria rete (a seguito del successo del piano Stock Grant 2015-2020), che consiste in un Bonus pari al 5% dell’Ebitda cumulato dei prossimi sei anni, da distribuire ai best performer. Un riconoscimento importante e basato su lungo periodo, che testimonia quanto l’azienda creda nella permanenza dei propri collaboratori e progetti un futuro insieme a loro.
Tutt’altro che casuale, in questo senso, il fatto che Euroansa vanti il minor tasso di turnover del mercato creditizio. Chi entra a far parte della realtà di Euroansa vi rimane per molti anni perché si sente a casa e si sente valorizzato. Ha inoltre la possibilità di crescere e di affermarsi come professionista, in un ambiente organizzato.
I numeri, in questo senso, ci aiutano a dipingere un quadro che testimonia quanto detto: nel 2012 si contavano circa 50 collaboratori, oggi in Euroansa siamo più di 800. Inoltre, analizzando i dati, è emerso che il 52% dei consulenti del credito che esce da Euroansa cambia totalmente settore (dati OAM).
Ricordando il genio di Henry Ford: «Mettersi insieme è un inizio. Rimanere insieme è un progresso. Lavorare insieme un successo».