Tassi invariati a dicembre 2025 e scenari in evoluzione: cosa cambia per famiglie e mercato dei mutui

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, nel corso dell’ultima riunione del 2025, ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento, confermando
- il tasso sui depositi al 2%
- quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15%
- quello sui prestiti marginali al 2,40%.
Una scelta ampiamente attesa dagli operatori e dai mercati, che fa proseguire la fase di consolidamento successiva al ciclo di allentamento della politica monetaria avviato nel 2024.
Nella comunicazione diffusa al termine della riunione, la BCE ha ribadito che l’inflazione dell’area euro è avviata verso una stabilizzazione attorno all’obiettivo del 2% nel medio termine. Le proiezioni macroeconomiche indicano un’inflazione complessiva intorno al 2,1% nel 2025 e in progressivo rientro negli anni successivi, mentre le stime di crescita dell’economia europea sono state riviste al rialzo, grazie soprattutto al rafforzamento della domanda interna.
Sullo sfondo resta però un contesto internazionale ancora segnato da elementi di incertezza. Le tensioni geopolitiche, l’evoluzione dei conflitti in corso e le scelte di politica monetaria delle altre grandi banche centrali, a partire dalla Federal Reserve statunitense, continuano a influenzare i mercati finanziari globali, i flussi di capitale e l’andamento dei rendimenti obbligazionari. È anche alla luce di questo scenario che Francoforte mantiene un approccio prudente, pur riconoscendo i progressi compiuti sul fronte della stabilità dei prezzi.
In particolare, la BCE continua a monitorare con attenzione l’andamento dell’inflazione di fondo e, soprattutto, della componente legata ai servizi, che mostra una discesa più graduale rispetto ad altre voci. Un fattore che contribuisce a spiegare la cautela dell’Eurotower e la scelta di non accelerare ulteriormente sul fronte dei tassi, nonostante il miglioramento complessivo del quadro inflazionistico.
In conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha chiarito il senso della decisione parlando di una BCE che si trova “in una buona posizione”, precisando però che questo non equivale a essere statici. La scelta di mantenere invariati i tassi è stata adottata all’unanimità dal Consiglio direttivo e, allo stesso modo, è condivisa la linea di fondo.
Lagarde ha ribadito che l’orientamento della politica monetaria continuerà a essere definito riunione per riunione, seguendo un approccio guidato dai dati. Le future decisioni dipenderanno dall’evoluzione delle prospettive di inflazione, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dalla forza con cui le scelte della BCE si trasmettono all’economia reale. Nessun impegno preventivo su un particolare percorso dei tassi, dunque, ma un’attenzione costante ai segnali che arrivano dai mercati e dall’economia.
La fase attuale sta mostrando in modo sempre più evidente che i tassi ufficiali non sono sufficienti, da soli, per indirizzare l’andamento del mercato del credito. Anche con una BCE ferma, infatti, i mutui possono seguire traiettorie diverse.
Le indicazioni che arrivano dai mercati monetari confermano questa dinamica, con aspettative orientate verso una sostanziale stabilità dei parametri di riferimento anche nel corso del prossimo anno. Negli ultimi mesi i mutui a tasso variabile hanno beneficiato della stabilizzazione dell’Euribor, con un alleggerimento delle rate rispetto ai livelli più elevati registrati negli anni precedenti. Un andamento che ha ridato fiato a molte famiglie esposte ai rialzi del biennio 2022-2023.
Diverso il percorso dei mutui a tasso fisso, che risentono dell’andamento dell’IRS, l’indice legato alle aspettative dei mercati finanziari sui tassi futuri. Il rialzo dei rendimenti obbligazionari europei e un contesto internazionale ancora incerto hanno spinto questo parametro verso l’alto, con un impatto diretto sulle condizioni offerte dalle banche per i nuovi finanziamenti a rata fissa.
In questo contesto, il confronto tra tasso fisso e tasso variabile torna centrale nelle valutazioni delle famiglie. Due approcci diversi, che rispondono a esigenze differenti e che vanno valutati in relazione alla situazione reddituale, all’orizzonte temporale e alla propensione al rischio di ciascun nucleo familiare:
- Il variabile consente oggi di partire con rate più contenute, beneficiando della stabilizzazione dell’Euribor, ma resta esposto alle evoluzioni future del mercato.
- Il tasso fisso, invece, presenta condizioni iniziali leggermente più onerose rispetto ai mesi precedenti, ma offre la certezza di una rata costante per tutta la durata del finanziamento.
Per il mercato immobiliare italiano prosegue la fase più equilibrata avviatasi nella seconda parte dell’anno. Comprare casa torna a essere una scelta sostenibile per molte famiglie, soprattutto se confrontata con il costo degli affitti, ma richiede oggi una valutazione più attenta rispetto al passato.
La scelta del mutuo non può più basarsi soltanto sulla convenienza immediata della rata iniziale. Contano la stabilità del reddito, l’orizzonte temporale del finanziamento e la capacità di affrontare eventuali cambiamenti futuri. In questo contesto, la decisione tra tasso fisso e variabile diventa sempre più legata alle caratteristiche personali e familiari di chi acquista.
Lo scenario delineato dagli operatori del settore è quello di un 2026 segnato da una sostanziale stabilità dei tassi. Non sono attesi nuovi rialzi, ma neppure scossoni in discesa. Per i mutui a tasso variabile le rate dovrebbero restare complessivamente stabili, mentre per i tassi fissi l’evoluzione continuerà a dipendere dall’andamento dei mercati finanziari e dei rendimenti obbligazionari.
In una fase come questa, il fattore tempo e la capacità di scegliere il momento giusto assumono un ruolo decisivo. Non tanto perché il mercato offra soluzioni “perfette”, quanto perché le scelte sul mutuo richiedono oggi una maggiore consapevolezza rispetto al passato, necessaria a valutare la sostenibilità nel lungo periodo, comprendere i margini di flessibilità e anticipare possibili scenari futuri. Oggi la consapevolezza diventa parte integrante della decisione.
In Euroansa ci impegniamo ad affiancare famiglie e cittadini in tutte le fasi della scelta del mutuo, aiutandoli a orientarsi tra le diverse offerte bancarie e a costruire una soluzione coerente con il proprio progetto di vita. Un supporto che non si limita alla fotografia del momento, ma accompagna le persone in un percorso che guarda avanti, con equilibrio e responsabilità.
Chiudendo l’anno, il messaggio che emerge è chiaro. In un contesto più stabile, ma ancora complesso, la differenza non la fa il tasso in sé, bensì la qualità delle scelte. Ed è proprio su questo terreno che informazione, competenza e visione d’insieme diventano gli strumenti più preziosi per affrontare il 2026 con maggiore serenità.


